Si è tenuto a Firenze il 20 luglio scorso un incontro tra la Regione Toscana i soggetti che gestiscono nei territori il progetto Pronto Badante. Presenti, per la cooperativa Uscita di Sicurezza, quattro operatrici dei Servizi territoriali, che hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con altri colleghi a quasi cinque mesi dall’estensione a livello regionale del progetto.

E il bilancio di questa prima esperienza, come ha sottolineato anche l’assessore alla Salute Stefania Saccardi presente all’incontro, è lusinghiero, con più di 9.000 telefonate al numero verde, 1.853 visite a domicilio degli operatori autorizzati e 1464 buoni lavoro attivati.

“Sono dati che confermano ancora una volta – afferma Stefania Saccardi – che il progetto risponde a un bisogno effettivo, che intercetta le esigenze concrete degli anziani e delle loro famiglie al manifestarsi di un primo momento di fragilità. Il caso tipico è quando il nonno o la nonna o un genitore si fratturano il femore, e dal momento del loro rientro dall’ospedale occorre rivoluzionare la gestione quotidiana. Oppure quando il nonno o la nonna o un genitore, fino a un certo momento pienamente autosufficienti e lucidi, di colpo ci accorgiamo che non lo sono più, e anche lì occorre riorganizzare la vita, quella degli anziani e la nostra. Ecco, Pronto Badante è un aiuto di ‘primo intervento’ in questo genere di situazioni”.

Tante le telefonate arrivate al numero verde 800 59 33 88 (attivo da lunedì a venerdì dalle ore 8 alle 18 ed il sabato dalle ore 8 alle 13) e tante anche le visite domiciliari che l’operatore autorizzato compie a casa dell’anziano entro 48 ore dalla chiamata.

“E anche questo è un momento importante – prosegue Saccardi – di rapporto diretto con l’operatore che diventa il punto di riferimento e l’anello di congiunzione con i servizi istituzionali e non, disponibili su un dato territorio. Come mi hanno confermato gli operatori, nel momento in cui vai a casa delle persone in difficoltà, riesci a entrare nella loro realtà e a dare una risposta a 360 gradi. E questo aiuta le persone e ne cambia l’approccio stesso ai servizi che, grazie alla componente fondamentale del volontariato, sono servizi di sostegno e di ‘sollievo’ per le famiglie”.

Significativo, per l’assessore, è anche il numero di quasi 1500 buoni lavoro attivati, che corrispondono a 440.000 euro, il che vuol dire che questo primo aiuto al manifestarsi della fragilità dell’anziano è stato utilizzato da quasi 1.500 famiglie, attivando un rapporto di lavoro, occasionale ma regolare in quanto comprensivo di oneri Inps e Inail, con un/una assistente familiare. “Siamo certi – conclude – che il progetto, attivato in tutte le zone distretto regionali, abbia tutte le credenziali per un ulteriore sviluppo, grazie anche alle considerazioni e proposte dei soggetti capofila che gestiscono gli interventi. E’ quanto ci auguriamo nell’interesse delle famiglie e degli anziani in difficoltà”.

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