I richiedenti asilo ospiti della cooperativa Uscita di Sicurezza sono tra quelli che potranno partecipare al progetto di volontariato presso l’area archeologica di Roselle, a Grosseto. Un’opportunità creata dall’accordo tra il Ministero dell’Interno e il Ministero dei Beni culturali, firmato qualche giorno fa a Grosseto dalla Prefettura e dalla Sovrintendenza insieme a tre gestori dell’accoglienza grossetani per coinvolgere sei volontari in attività di cura manutenzione e pulizia degli scavi e accoglienza dei visitatori.
Il progetto, primo in Italia di questo tipo, prevede anche una serie di momenti di incontro e formazione per spiegare l’importanza del sito archeologico e dare alcune informazioni sulla storia della provincia di Grosseto.
E nei giorni scorsi si è tenuta la prima visita guidata agli scavi: alcuni richiedenti asilo, tra cui un gruppo di ospiti dei centri di Uscita di Sicurezza, hanno potuto conoscere l’area archeologica per dare, eventualmente, la loro disponibilità a svolgere attività di volontariato. “E’ stata un’esperienza molto interessante – dice Lucia Malvezzi, referente dell’area richiedenti protezione internazionale della cooperativa – anche per noi operatori”.
“Non ci aspettavamo che la partecipazione dei ragazzi fosse così alta – confermano Elisa Cappelli e Giovanni Bernardini – e che la storia potesse suscitare in loro un tale interesse: sono rimasti letteralmente affascinati dalla scoperta di popoli vissuti prima dei romani”. Dello stesso parere anche Chiara Carmignani che sottolinea come “…commentando l’esperienza con i ragazzi sono stata davvero colpita dal loro entusiasmo. Uno di loro mi ha mostrato il biglietto di ingresso dicendo che lo conserverà per avere un ricordo della bella giornata trascorsa”.
Proprio per capire meglio quali sono state le loro impressioni, abbiamo chiesto ad alcuni richiedenti asilo il loro parere e il loro punto di vista. Anche attraverso le foto che seguono, che sono state scattate da loro e da alcuni operatori.
“Mi è piaciuto vedere tutte quelle rovine antiche e ascoltarne la storia”, dice Buba Cham, 19 anni, proveniente dal Gambia. “Mi ha colpito l’anfiteatro e mi hanno impressionato le dimensioni delle pietre con cui hanno fatto le mura della città. Ho scattato tante foto, per ricordo”. Le mura ciclopiche sono rimaste impresse anche nella memoria di Adama Joseph ivoriano di 25 anni: “non sapevo che i Romani usassero la pietra per costruire strade e case”, dice.
“Conoscevo poco della Roma antica”. Racconta Susso 21 anni, dal Ghana. “Sapevo qualcosa su Spartacus, ma non immaginavo che vicino alla città dove vivo ci fossero rovine così antiche”.
Per alcuni è stato sorprendente scoprire che, prima dei romani, altre civiltà hanno vissuto in Maremma. “Mi è piaciuto molto vedere che prima dei romani è esistito un altro popolo che era molto ben organizzato con strade, case, acqua e che usavano i carri”, spiega Bubacar Jarju, 22 anni, dal Gambia.
Le modalità di consumo dei pasti e le aree della casa ad essi dedicate sono rimaste particolarmente impresse a Sisse Isa, 32 anni dal Mali, mentre Abu Kebiru, 21 anni, proveniente dalla Nigeria è rimasto affascinato dall’eco: “Mi è piaciuto il modo in cui è stata realizzata una costruzione perché se parli la voce torna indietro, è molto bello!”.
E’ entusiasta dell’intero percorso Bright Ossai, giovane nigeriano di 23 anni: “Sono davvero grato per l’opportunità che ci viene data. Permetterci di conoscerla storia antica della Toscana è stato un gesto di amore nei nostri confronti perché ci avete arricchito”.
“Ho preso appunti – continua – per ricordare meglio quello che mi è stato insegnato ed ho scattato alcune fotografie. Ho apprezzato molto l’architettura etrusca ma sono rimasto ancora più colpito da quella romana perché primitiva. Sono rimasto affascinato dalla forza che avevano questi popoli che hanno combattuto molte battaglie. Ammiro soprattutto la loro organizzazione e l’efficacia con cui riuscivano a proteggere la loro città, rendendola sicura. Mi è piaciuto molto l’anfiteatro, dove si svolgevano giochi e si esibivano artisti e la stanza dei mosaici, dove il pavimento era decorato. Vorrei davvero poter fare un’esperienza di volontariato a Roselle. So di non parlare ancora l’Italiano perché sono arrivato da poco, ma studierò molto e mi impegnerò per impararlo il prima possibile”.
Anche Diop Mor Awa, 25 anni, proveniente dal Senegal, ha scattato tante foto: “Vorrei sapere se in futuro faranno altri scavi per scoprire cose nuove. Mi sono piaciute le costruzioni di pietra che ho visto, alcune erano abitazioni, altre erano strade. Poi c’era un anfiteatro tanto bello e molto bella è anche la stanza dei mosaici. C’era anche una cisterna dove nell’antichità raccoglievano l’acqua. Un ragazzo che parlava molto bene il francese ci ha spiegato tante cose. È stato bello vedere come vivevano in Italia nell’antichità. È stato bello fare un’esperienza diversa ed interessante e mi piacerebbe molto fare volontariato agli scavi di Roselle per avere l’opportunità di rendermi utile e di imparare ancora più cose”.