Elisa Solinas, educatrice del Doposcuola Zero17 scrive la sua esperienza di didattica a distanza alla rivista Animazione Sociale
Oggi è il mio cinquantesimo giorno di didattica a distanza.
Cara Animazione Sociale,
io sono Elisa, lavoro come educatore in un servizio di doposcuola e oggi è stato il mio cinquantesimo giorno di didattica a distanza.
Il 4 marzo abbiamo dovuto sospendere il nostro servizio a causa di un’emergenza sanitaria che ci è arrivata addosso come un treno e prima che potessimo renderci conto di che cosa stesse accadendo. E quel 4 marzo eravamo impaurite, preoccupate e anche arrabbiate, ma non scoraggiate: “La didattica a distanza!” – ci siamo dette – “Per le nostre bambine e per i nostri bambini ci saremo lo stesso!”, e pochi giorni dopo le loro vocine hanno risuonato dalle casse audio dei nostri pc.
E’ stato (ed è!) divertente, davvero! Ed è stato “quasi” come sempre! Mi sono nascosta fuori dal campo visivo della webcam per sentire la sua risatina e il suo dirmi che mi nascondo anche ora, come a scuola! Mi sono fatta fare le boccacce e mi sono fatta tirare baci, e poi abbiamo riso tanto: abbiamo riso dell’angolo ottuso che sul suo schermo si trasformava in una balena con la bocca spalancata e abbiamo riso quando nella mappa di storia hanno letto #Platoneisrock. Abbiamo viaggiato con un simulatore 3D nella nebulosa di Orione e siamo entrati nelle terme romane. Siamo andati in visita all’acciaieria e abbiamo imparato le ossa giocando con le astronavi, perché noi siamo così, un po’ alieni!
E’ stato forte vederli imparare tanto e vederli imparare di tutto perché sì: abbiamo imparato ad usare il pc, il comando copia incolla, caricare file, mandare mail e oltre alla matematica, forse siamo diventati un po’ più cittadini del mondo. Ed è stato bello e prezioso per me poterli osservare diversamente, studiarne le reazioni, personalizzare materiali in maniera sempre più mirata. Il primo giorno di lezione, una ragazza mi ha chiesto: “E ora come fai senza ritagliare e incollare come fai a scuola?” – “In qualche modo ritaglierò e incollerò!”, e in qualche modo abbiamo ritagliato, e incollato.
Ma, cara Animazione Sociale, oggi è il mio cinquantesimo giorno di didattica a distanza e quando me ne sono accorta, non ho potuto fare a meno di chiedermi cosa è che l’ha resa un’esperienza bella. E mi sono risposta che sono loro, sono le mie bambine e i miei bambini che mi hanno dato la manina con fiducia cieca e mi hanno permesso di accompagnarli in un mondo che per noi tutti era sconosciuto e ci faceva tanta paura. E sono le mie ragazze e i miei ragazzi, così grandi, così indipendenti, così ribelli, ad essersi accucciati per farsi proteggere e per farsi spiegare qualcosa che è quasi impossibile da capire. Ci siamo regalati normalità, scoperta e tenerezza.
Un pensiero va alle famiglie di questi ragazzi, come sempre complici, alleate e ormai compagne giornaliere. Ho sentito qualche giorno fa il desiderio di ringraziarle per la collaborazione e per la loro fiducia in questa avventura ma voglio scriverlo anche qui che questa è stato solo l’ennesima dimostrazione che non c’è educazione senza alleanza.
Esattamente un anno fa ho avuto l’occasione di scrivere questa dedica: E infine grazie a tutti i miei bambini: voi e solo voi siete motivo e motore di tutto questo. E’ passato un anno e di nuovo: voi e solo voi siete motivo e motore di tutto questo.