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Matteo Olivo durante il suo intervento

Matteo Olivo durante il suo intervento

Circa cinquecento beneficiari dei servizi, insieme alle loro famiglie, sono state coinvolti per otto mesi mesi nel progetto di valutazione dell’impatto sociale condotto dalla cooperativa Uscita di Sicurezza insieme a Human Foundation.

Una sperimentazione che ha il duplice obiettivo di garantire una migliore trasparenza sulle attività svolte nei confronti degli stakeholders interni ed esterni alla cooperativa, come famiglie e committenti pubblici, e di migliorare l’efficacia, l’efficienza e la sostenibilità del proprio modello di intervento, per garantire un maggior benessere degli utenti. Sono questi obiettivi e risultati del progetto presentati lunedì a Roma durante il convegno “Human Foundation: cinque anni di impatto” (per approfondire leggi qui) promosso dall’organizzazione non profit che da anni opera per realizzare soluzioni innovative ai bisogni sociali. Un’occasione per ripercorrere il lavoro svolto in questi anni e dare spazio alle esperienze, come quella di Uscita di Sicurezza, che hanno partecipato allo studio. Presenti all’incontro, oltre alla presidente della fondazione Giovanna Melandri, anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando e il sottosegretario Luigi Bobba, in rappresentanza anche del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, che ha inviato un messaggio per l’apertura dei lavori, oltre a intellettuali e rappresentati del settore pubblico e privato.

La valutazione dell’impatto, infatti, rappresenta un tema sempre più importante per il mondo del non profit, come testimonia anche l’attenzione della Commissione europea e del Governo italiano che, dallo scorso anno, sta lavorando sulla riforma del terzo settore e sui sui decreti attuativi.
Anche per questo Uscita di Sicurezza ha deciso di intraprendere la sperimentazione, diventando una tra le poche realtà cooperative italiane ad avviare la misurazione dei propri servizi.

Avviato nel 2016, il processo di misurazione dell’impatto, ha coinvolto diversi settori su cui la cooperativa Uscita di Sicurezza opera da tempo: da quelli “tradizionali” che riguardano i servizi alle persone anziane, disabili e con disagio psichico, fino ai nuovi ambiti di intervento, come i servizi educativi per minori e l’accoglienza dei migranti richiedenti asilo. Più nel dettaglio, sono 471 utenti e famiglie coinvolte, circa il 20 per cento delle persone che usufruiscono dei servizi offerti dalla cooperativa e, di questi, 177 sono persone anziane in assistenza domiciliare, 147 anziani in residenza sanitaria assistita (Rsa), 75 migranti, 44 disabili, 33 minori e 11 pazienti del servizio di salute mentale. I dati della sperimentazione saranno illustrati nel dettaglio nei prossimi mesi.

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